Un “polacco napoletano”: ecco il babà al rum che tutti amiamo!

Il babà è una vera e propria icona della pasticceria napoletana. La sua consistenza, il suo sapore e anche la sua caratteristica forma “a fungo” hanno fatto sì che il babà al rum trovasse un posto d’onore, tra i dolci più conosciuti e apprezzati al mondo. A Napoli e in tutta la Campania, ma anche oltre i suoi confini, il babà è un comfort food: «Se cercate un antistress, accattateve ‘o babà», cantava Maria Laurito in un Sanremo di tanti anni fa. Prima di farlo, però, voglio raccontarvi tutto di questo dolce. Mettetevi comodi!

Babà: napoletano sì, ma d’adozione

Quando dici babà, dici Napoli: questo dolce dalla forma particolare e dal gusto inconfondibile è una vera e propria icona della pasticceria napoletana nel mondo. Eppure il babà napoletano è napoletano sì, ma “solo” d’adozione. Le sue origini, infatti, vengono addirittura dalla Polonia del Settecento.

Il merito della sua invenzione pare sia da attribuire a re Stanislao che, leggenda vuole, fosse senza denti e, dunque, impossibilitato a mangiare il kugelhupf, dolce polacco più diffuso dell’epoca, ricco di frutta secca e uvetta, ma troppo secco e duro. il sovrano chiese, dunque, ai suoi pasticceri di trovare un modo che gli permettesse di gustare il dolce, senza patire.

Fu così che il pasticcere Nicolas Stohrer provò a bagnare il kugelhupf con uno sciroppo a base di vino Tokay. Nacque così il Babka, letteralmente “nonna”, l’antenato del babà, chiamato così perchè la sua forma ricordava quella a campana delle gonne tradizionali, indossate proprio dalle nonne polacche. Anche se più accreditata sembra l’ipotesi che il babà si chiami così da Alì Babà, protagonista delle Mille e una notte, e che la sua forma a cupola, fosse ispirata alla cupola di santa Sofia in Costantinopoli.

Dalla Polonia alla Francia, il passo fu breve: re Stanislao era, infatti, suocero di re Luigi VI, di cui fu ospite durante il suo esilio a seguito della sconfitta da parte dello Zar. Ed è proprio a Parigi che il babà originale trova la sua evoluzione. La ricetta polacca viene modificata e affinata sia nella parte della preparazione, che diventa più elaborata con l’introduzione di ben tre fasi di lievitazione e con l’eliminazione dell’uva passa e della frutta secca; sia nel gusto con l’ingresso del rum in sostituzione del vino Tokay. Ma il viaggio del babà al rum non è ancora giunto a destinazione: a portarlo a Napoli sarà, poi, il legame tra la regina di Francia, Maria Antonietta, e sua sorella Maria Carolina d’Austria, consorte del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone che, appassionata di questo dolce, introdusse la ricetta del babà nella cucina napoletana insieme ad altre specialità francesi come, ad esempio, la sala besciamelle.

Il babà napoletano: la ricetta originale

Se un napoletano si rivolge a voi con la frase «Si’ ‘nu babbà», state certi che vuole farvi un grande complimento! Da sempre, infatti, per il popolo napoletano babà è sinonimo di una serie corposa di concetti positivi: bellezza, gusto, buona riuscita, talento, simpatia. Il babà conquista a prima vista e, poi, fa innamorare al primo morso. Ma, oltre al babà napoletano ricetta originale, che in ogni famiglia si tramanda di madre in figlia come un autentico segreto da custodire gelosamente, in quali altri modi si può gustare il babà?

Sono davvero tante le varianti con cui questo dolce viene proposto, incontrando i gusti di un pubblico di golosi ampio ed eterogeneo. Le varianti più classiche sono quelle del babà alla crema pasticcera o del babà al limoncello. Quella più moderna, invece, è con farcitura alla Nutella: il rum che si mescola alla crema spalmabile più amata, a base di cacao e nocciole, è una vera goduria, specie per i food lovers più giovani. In estate, poi, il babà può essere servito con una farcitura di panna e ricoperto di macedonia di frutta: una combinazione all’insegna della freschezza. Oltre che in pezzatura singola, in misura mignon o maxi per i più audaci, viene anche proposto in forma di torta babà: tanti babà singoli, di diversa dimensione, assemblati insieme a creare una “montagna” di golosità.

Fin dai tempi dei Borbone, a Napoli il babà è considerato uno street food in piena regola: come la pizza, il babà si mangia con le mani, “cammennanne, cammenanne”. E non importa se il rum cola e ci si sporca: davanti a tanta bontà una macchia sulla camicia diventa una medaglia da esibire con fierezza!

Adatto come dopo pasto, o anche come spuntino goloso, il babà è da gustare in ogni momento della giornata. Per questo noi di Mr Whippy lo proponiamo anche i babà sotto spirito, nei gusti rum e limoncello, da tenere in dispensa e aprire quando viene voglia. E, magari, da condividere con chi amate. Amore, sì, perché il babà è uno di quei dolci che o si ama alla follia o si odia, non è un dolce qualsiasi: il babà, come cantava la canzone “è ‘na cosa seria!”.

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